Dopo la ratifica da parte del Governo della scorsa settimana, che ha portato ad una importante decisione sull’Imu non abolita per tutti , ma bensଠsolo sulle prime case, cosଠcome richiesto in maniera molto energica dalle forze di centrodestra al Governo, èstato pubblicato il decreto del Consiglio dei Ministri. Il testo conferma la cancellazione dell’imposta municipale unica e introduce una nuova imposta che diventerà nota a tutte le famiglie italiane dal prossimo anno fiscale 2014, chiamata service tax.
Le decisione del Governo Letta hanno tra l’altro introdotto delle corpose novità in merito di Tares, cedolare secca sugli affitti e misure a sostegno dell’occupazione giovanile.
Il nuovo provvedimento èentrato ufficialmente in vigore lo scorso 31 agosto 2013 ed èstato nominato tecnicamente come decreto legge n. 102 /2013 ed intitolato “Disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità  immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonchè  di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionisticiâ€. La pubblicazione numero 2014 in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana ha sancito l’ufficialità del provvedimento governativo.
La principale novità del decreto rappresenta la totale abolizione dell’Imu  sulla prima casa e sulle relative pertinenze, anche se come previsto nella passata abolizione dell’Ici da parte del Governo Berlusconi nel 2008, sono stati esclusi i fabbricati classificati nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 e tutte le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, che sono state adibite ad abitazione principale. Le altre categorie di fabbricati escluse dal pagamento dell’imposta municipale unica sono gli alloggi che sono stati assegnati dagli Iacp oppure dagli enti di edilizia residenziale pubblica.
Uno sforzo dovuto da parte del Governo èstato quello di sollevare dall’aggravio fiscale anche tutti i terreni agricoli e fabbricati rurali. Molte erano state infatti le richieste su questo fronte, anche se molte associazioni di categoria sono state deluse, perchè l’esecutivo Letta non èriuscito a reperire sufficienti risorse per sgravare dall’imposta anche i capannoni industriali, ossia le strutture all’interno delle quali si produce lavoro e beni.